Era il 26 luglio del 2012, questa frase, pronunciata a Londra da Mario Draghi, divenne “il simbolo” del salvataggio della moneta unica e del sogno europeo.
La stessa frase è stata “rispolverata” nel 2020 per il salvataggio dell’Italia dalla crisi pandemica ed economica, esprimendo concetti fondamentali:
“Abbiate coraggio cari politicanti”
“fate debito buono per tutelare il tessuto economico del paese”
“Siate il vostro futuro, senza dipendere da altri e da nessuno”
“whatever it takes”, “Ad ogni costo”, e se pensiamo al Governo Giallorosso, forse questa frase è stata presa nel senso filosofico sbagliato, perché, con una piccola aggiunta letterale, la frase è diventata, “LA POLTRONA, WHATEVER IT TAKES”, e senza starci a ripetere troppo le cose più volte dette, il risultato oggi è palese.

Ma tutto questo ci deve far comprendere una lezione di democrazia importante e cioè che i governi fatti “contro qualcuno”, “per il potere” ma soprattutto “senza alcun collante politico, democratico e popolare”, fanno solo danni al paese perché portano all’immobilismo. Le ripercussioni dell’irresponsabilità chiamata paradossalmente responsabilità sono davanti agli occhi di tutti.
Ed allora cosa farà “the Superman” Mario Draghi? Avrà i numeri in parlamento? Chi lo sosterrà? Governo elettorale o biennale? Avrà pieni poteri, a colpi di DPCM, o porterà il Parlamento a sedute di lavoro “after hour” rispettando il suo compito costituzionale cioè legiferare? Ma soprattutto un Governo Tecnico non politico come può fare scelte politiche sul futuro del paese?
Può sembrare tutto semplice e scontato, quasi di “un altro mondo” e forse lo è, ma in questo tavolo da poker politico ci giochiamo il futuro di noi stessi, dei nostri figli, ma anche dei nostri nipoti.
Saremo “schiavi” di un Europeismo finanziario speculativo o saremo un paese che tornerà ai fasti storici dove attraverso la sua azione interna ed internazionale controllava le dinamiche del mondo, in tutti i suoi settori, con autorevolezza?
Caro “forse Mr President” Mario Draghi, non so se lei sarà il Presidente del Consiglio, non so se ha già in testa la sua squadra ed il programma di governo, non so se avrà i numeri o se il suo mandato durerà poco o molto tempo, ma un appello glielo devo fare a prescindere.
Negli ultimi anni la politica italiana si è dimenticata di noi cittadini, di noi umili lavoratori che ogni giorno, attraverso l’impegno ed il sacrificio, portano, per il bene delle loro famiglie e del paese, avanti “tutta la macchina”, che veniamo considerati limoni da spremere, ma che da tempo non hanno più succo, ecco nel suo calendario politico istituzionale a che scala di priorità ci mette? Perché qui le aziende chiudono e non riaprono, abbiamo un PIL del -9% che lo dimostra, abbiamo un tasso di disoccupazione in crescita vertiginosa, c’è un forte tasso di povertà in aumento e una crisi sociale ormai neanche troppo strisciante, non abbiamo più una scuola degna di questo nome, abbiamo il settore turistico martoriato, una pubblica amministrazione che non sa più cosa amministrare per mancanza di fondi, i settori sport e cultura in crisi perenne, la sanità che fa acqua da tutte le parti e una macchina pubblica con 200 miliardi circa di sprechi.
Ecco “forse Mr Presidente”, come possiamo fare? A noi i governi tecnici, dopo Monti, non è che ci stanno molto simpatici, però amiamo il nostro paese, non come gli irresponsabili che ci hanno governato, lo amiamo davvero perché fa parte di noi e del nostro DNA fatto di democrazia, meritocrazia e libertà. Allora a lei chiediamo di stare sul pezzo, di parlare in modo semplice di cose semplici, di fare perché questo paese ha bisogno di cose concrete, di rispettare i “suoi” cittadini, di tutelare le PMI italiane facendo in modo che mai nessun altro imprenditore si suicidi per disperazione, di far si che la Giustizia sia giusta e non “ad personam”, di permettere ai nostri preparatissimi giovani di restare, di garantire le libertà individuali ed i diritti inviolabili dell’uomo.
Ecco noi siamo qua, umili, pronti ad aiutare, senza nulla in cambio, per il bene delle nostre comunità.
“whatever it takes” futuro Presidente, non lo dimentichi.

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